E dire che quando Mike ci aveva raccontato la storia del ragazzo di Mayo morto "assiderato per il caldo", avevamo prestato parecchia attenzione. Come sempre, come ogni volta che qualcuno di qui cerca di trasmetterti informazioni utili e lo fa però sotto forma di storielle. Fanno così, i canadesi, specialmente nello Yukon. Non ti diranno mai: fai attenzione, fai questo, fai quello. Preferiscono stare ad osservarti, cercando di inquadrarti e di capire se sei uno sprovveduto, un esaltato o uno che cerca di imparare e che quindi "merita" di essere salvato. Da se stesso, il più delle volte.
Per carpire consigli e istruzioni, qui, meglio stare sempre ad ascoltare e saper leggere oltre. Anche dalla storiella più banale, anche da quella che sembra far parte del repertorio di intrattenimento, c'è qualcosa da imparare. Perché nello Yukon, non è sbagliando che si impara. Sbagliando, si rischia inutilmente.
Per carpire consigli e istruzioni, qui, meglio stare sempre ad ascoltare e saper leggere oltre. Anche dalla storiella più banale, anche da quella che sembra far parte del repertorio di intrattenimento, c'è qualcosa da imparare. Perché nello Yukon, non è sbagliando che si impara. Sbagliando, si rischia inutilmente.
Il ragazzo di cui ci aveva parlato Mike era uno yukoner a tutti gli effetti. Cresciuto a Mayo, il paese di mezzo migliaio di abitanti sullo Stewart River a una sessantina di chilometri da Keno City, il ragazzo si guadagnava da vivere grazie ai tipici mestieri di fatica dello Yukon: tagliaboschi, minatore e attività di riforestazione.
L'incidente accadde alla fine di una giornata di lavoro, mentre il ragazzo aspettava insieme ai compagni l'arrivo dell'elicottero che li avrebbe riportati in paese. L'elicottero avrebbe fatto diversi viaggi, caricando attrezzatura e uomini poco per volta. Lui, uno dei più esperti, era rimasto per ultimo, e quando il pilota era tornato a riprenderlo il ragazzo era riverso a terra. Morto congelato. "Evidentemente non si era accorto di essersi surriscaldato, aveva lavorato con troppa foga oppure la temperatura era salita per qualche ora - spiega Mike - e qui non devi soltanto fare attenzione alla temperatura esterna, devi anche controllare quella del tuo corpo". Un colpo di calore, la giacca aperta, il morso del gelo, e la morte che arriva improvvisa anche per un giovane esperto nel pieno delle forze.
L'incidente accadde alla fine di una giornata di lavoro, mentre il ragazzo aspettava insieme ai compagni l'arrivo dell'elicottero che li avrebbe riportati in paese. L'elicottero avrebbe fatto diversi viaggi, caricando attrezzatura e uomini poco per volta. Lui, uno dei più esperti, era rimasto per ultimo, e quando il pilota era tornato a riprenderlo il ragazzo era riverso a terra. Morto congelato. "Evidentemente non si era accorto di essersi surriscaldato, aveva lavorato con troppa foga oppure la temperatura era salita per qualche ora - spiega Mike - e qui non devi soltanto fare attenzione alla temperatura esterna, devi anche controllare quella del tuo corpo". Un colpo di calore, la giacca aperta, il morso del gelo, e la morte che arriva improvvisa anche per un giovane esperto nel pieno delle forze.
E dire che nei preparativi della salita verso il Sign Post, alla ricerca di un punto panoramico per delle riprese, ci sembrava di essere stati meticolosi: utilizzando una pala da neve, Antonio aveva realizzato una slitta fai-da-te per trasportare l'attrezzatura e la temperatura pareva quella ideale per un'oretta di salita, -14°C.
Ma vuoi per un brusco aumento della temperatura o per un affaticamento non ben calcolato, nei pressi del pianoro dove dovevamo fermarci per le riprese ci siamo ritrovati accaldati e rigati di sudore e condensa. Oltre la curva inoltre aveva cominciato a soffiare il venticello gelido che il servizio meteo indica come il fenomeno del windchill e che riesce ad abbassare di una ventina di gradi la percezione della temperatura.
La decisione è stata istantanea. "Saper rinunciare", lo chiamano qui nello Yukon. "Torniamo indietro", ci siamo detti, pensando anche al boscaiolo di Mayo. E ci siamo sentiti un po' babbei. Perché pur preparati per il grande freddo, a metterci nei guai stavolta è stato il caldo.
La decisione è stata istantanea. "Saper rinunciare", lo chiamano qui nello Yukon. "Torniamo indietro", ci siamo detti, pensando anche al boscaiolo di Mayo. E ci siamo sentiti un po' babbei. Perché pur preparati per il grande freddo, a metterci nei guai stavolta è stato il caldo.